Fra gli animali meno conosciuti al mondo – nonostante la loro ampia diffusione – vi sono i tardigradi. Queste strane creature furono casualmente scoperte solo nel 1773 dal tedesco Johann August Ephraim Goeze che li battezzò “kleine Wasser Bär” ovvero “Orsetti d’acqua”; il nome definitivo di tardigradi “lenti camminatori” fu dato loro da Lazzaro Spallanzani nel 1776.
I tardigradi sono animali di piccolissime dimensioni (in media 0,1 – 1 mm con dimensioni massime di 1,2 mm) alquanto isolati nel panorama classificatorio. Essi rappresentano infatti un pylum autonomo che pur derivando dagli anellidi ha seguito uno sviluppo parallelo e indipendente a quello degli artropodi. Pur presentando tratti in comune con gli onicofori non possono essere omologati ad essi.
I tardigradi hanno un aspetto bizzarro – simile ad un giocattolo o ad un essere alieno. Piccole creature di norma ad otto zampe, rivestite da una cuticola trasparente e colorata – spesso rosata ma anche gialla e grigia o addirittura viola – non composta di chitina ma da uno strato di proteine permeabili e rigonfiabili che in alcune specie è protetta da piastre sclerotizzate (come nel Echiniscus scrofa). Il corpo è organizzato in quattro metameri ciascuno portante una coppia di zampe dotate di robuste unghie con cui i tardigradi si attaccano ai fili d’erba.
L’apertura orale è formata da un sifone dotato di stiletti con cui i tardigradi perforano le cellule vegetali per aspirarne il contenuto. Anche se la maggior parte delle specie si ciba di prodotti vegetali alcune specie sono saprofaghe e si nutrono di fluidi organici aspirati dai cadaveri di altri tardigradi, nematodi e rotiferi. Altre specie sono in fine predatrici e si cibano principalmente di rotiferi vivi.
I sistemi respiratorio e circolatorio sono fortemente semplificati a causa delle piccole dimensioni mentre quello nervoso ricalca quello tipico degli anelli pur in dimensioni molto ridotte. I tardigradi sono a sessi separati e l’accoppiamento si realizza durante la muta della femmina, le uova di dimensioni pulviscolari possono essere sparse dal vento in ogni angolo del globo, come attesta la presenza di tardigradi anche nelle regioni polari.
I tardigradi vivono principalmente nelle zone litoranee di mari, fiumi e laghi ma anche nelle pozze d’acqua che si formano temporaneamente sui cuscini di muschi che coprono sassi o muri. In questi contesti la presenza del’acqua è però di breve durata e i tardigradi possono essere costretti a sopportare lunghi periodi di siccità ma qui i nostri piccoli eroi si trasformano da animaletti apparentemente poco significativi in autentici super-animali.
Fra le proprietà dei tardigradi vi è infatti quella di contrarsi in tempi relativamente brevi raggiungendo uno stadio di quiescenza che permette loro di superare lunghissimi periodi di siccità senza disidratarsi. Questo stato di vita latente è caratterizzato da una pressione osmotico così alta che impedisce loro di gelare o evaporare rendendo i tardigradi di fatto indistruttibili. Esperimenti condotti sulla varietà Macrobiotus hufelandi hanno mostrato capacità di sopportazione impossibili per qualunque altro essere vivente. Tardigradi di questa specie si sono tranquillamente risvegliati senza presentare danni dopo essere stati tenuti per oltre venti mesi in un contenitore ad aria liquida con temperatura di -200°; altri animali della stessa specie non hanno subito danni se esposti a temperature prossime a +100° o sottoposti a bombardamenti di radiazioni UV-A e UV-B. Se a questo si aggiunge il fatto che sono in grado di vivere in completa assenza di ossigeno per oltre 10 giorni e addirittura nel vuoto assoluto (come attestano alcuni esperimenti compiuti inviando tardigradi nello spazio) appare evidente che questi simpatici orsetti d’acqua hanno doti da autentico super-animale.
Quando ci capita di guardare distrattamente una macchia di muschio umido dovremmo pensare con rispetto ai suoi piccoli e indistruttibili abitanti.
Bellissimo articolo, non pensi sia il caso di approfondire riparlando della teoria dell’evoluzione, tanto attaccata in tutto il mondo da integralismi di ogni tipo ?
Forse servirebbe qualcuno con una preparazione più specifica del sottoscritto che nonostante i vasti interessi resta uno storico. Non so se sarei in grado di affrontare in modo compiuto – e in uno spazio comunque limitato come questo – un tema così formidabile come la teoria dell’evoluzione nel suo complesso.